Come proteggersi dai raggi nocivi

proteggersi dai raggi nocivi

Come proteggersi dai raggi nocivi

Questione di pelle

Per proteggersi dai raggi nocivi ognuno di noi deve trovare la propria misura nei tempi e nei modi di esposizione al sole, per evitare le scottature. La pelle arrossata e dolente (oltre a rovinare le vacanze!) segnala infatti un danno che non è solo immediato, ma può avere conseguenze rilevanti a distanza di tempo, facilitando, per esempio, l’insorgenza di un melanoma. Anche in chi non si scotta facilmente, una sconsiderata e prolungata esposizione al sole promuove comunque un invecchiamento precoce della pelle e un aumento del rischio di sviluppare altri tumori della pelle, come quelli a cellule squamose e basali .

Tipo I

Si scotta molto facilmente, di solito senza abbronzarsi. Spesso, ma non necessariamente, ha efelidi, capelli biondi o rossi, e occhi chiari.

Tipo II

Si scotta facilmente e si abbronza poco. Tende ad avere capelli chiari.

Tipo III

Si può scottare, ma poi di solito si abbronza.

Tipo IV

Raramente si scotta e si abbronza facilmente. Tende ad avere capelli e occhi scuri.

Tipo V
Ha la pelle naturalmente scura, anche quando non si espone al sole. Occhi e capelli sono di solito marroni o neri.

Tipo VI

Ha la pelle naturalmente scura o decisamente nera, anche quando non si espone al sole. Occhi e capelli sono di solito scuri o neri.

 

E tu, che fototipo sei?

Ognuno, in relazione alle sue caratteristiche individuali, deve proteggersi in maniera diversa dal sole, per evitare di scottarsi e provocare danni alla pelle. I raggi solari infatti possono favorire l’insorgenza di tumori cutanei.

La pelle può avere mille sfumature di colore, da cui dipende il grado di protezione naturale dai raggi del sole. Il tipo di pelle è spesso associato al colore degli occhi e dei capelli, ma questi due elementi non devono trarre in inganno, perché molti, pur avendo occhi e capelli scuri, hanno una pelle molto chiara e sensibile; viceversa altri sono biondi naturali, ma con le dovute cautele si possono abbronzare anche intensamente.

Per trovare la propria personale misura di esposizione al sole conviene quindi cercare, tra le caratteristiche della pelle descritte qui sotto e classificate in modo schematico in diversi fototipi, quella che più si adatta alle proprie caratteristiche individuali.

A ciascuno la sua crema per proteggersi dai raggi nocivi

Ogni anno decidere il fattore di protezione adatto a sé può sembrare un rebus. Se ne è occupata perfino la Commissione Europea, che ha emesso un documento nel quale esplicitamente afferma che una protezione con un fattore compreso tra 15 e 25, purché applicata correttamente, è sufficiente a proteggere la maggior parte delle persone. I fototipi più scuri possono poi gradualmente ridurre il grado di protezione, mentre chi ha la pelle chiara deve tenere più alta la guardia. Per tutti comunque è consigliabile continuare ad applicare la crema anche quando la conquista di una bella abbronzatura scongiura il rischio di scottature da parte dei raggi UV-B: restano sempre infatti l’effetto di secchezza, l’invecchiamento della pelle, e il potenziale rischio di tumori innescato dalle radiazioni UV-A.

Nella scelta del prodotto da usare bisognerà quindi sempre controllare la presenza dell’apposito logo anti UV-A, che garantisce per la protezione anche nei confronti di questo tipo di raggi solari. Un occhio di riguardo va dato anche alla data di scadenza, quando è riportata: la maggior parte dei prodotti dura 2-3 anni sugli scaffali, ma in genere si ritiene che perdano le loro proprietà di filtro dopo un anno che la confezione è stata aperta. Usarle dopo questa data non è dannoso, ma bisogna tener conto che possono proteggere meno rispetto a quando sono state acquistate.

Quando metterla

Sono stati condotti diversi studi scientifici per accertare i tempi e i modi con cui spalmarsi la crema protettiva. La maggior parte concorda sull’opportunità di applicarla almeno un quarto d’ora, se non mezz’ora, prima dell’esposizione al sole. Ottima quindi la scelta di farlo a casa, prima di uscire. Ma una volta non basta: il prodotto andrà applicato più volte nel corso della giornata, ogni due ore secondo la Skin Cancer Foundation. La procedura andrà ripetuta dopo ogni bagno o attività sportiva, anche se sulla confezione è riportata la dicitura waterproof, che garantisce un certo grado di protezione anche in acqua, ma non impedisce che la protezione almeno in parte si riduca, soprattutto se per asciugarsi ci si strofina vigorosamente con un asciugamano.

Quanta metterne

Una buona crema non deve necessariamente essere molto cara: al di là delle spese di confezionamento e marketing, tutte quelle prodotte dalle principali aziende sono altrettanto valide per proteggere la pelle. Meglio quindi scegliere un prodotto di fascia media, ma applicarlo senza remore, piuttosto che risparmiare sulla quantità a favore di una presunta maggiore qualità. Si calcola in genere che un palmo di mano pieno sia sufficiente per le gambe, le braccia, il viso e il collo di un adulto medio. Attenzione al dorso delle mani, ai piedi, alle orecchie, alla parte posteriore delle ginocchia, delle gambe e del collo, dove è facile dimenticarsi di arrivare e dove più spesso, infatti, ci si scotta.

Non solo crema

Per proteggersi dai raggi nocivi non ci sono solo le creme protettive. Soprattutto i fototipi più sensibili e i bambini, dove l’irradiazione è più forte, dovrebbero ricorrere anche ad altri mezzi:

  • un cappello, meglio se a larghe tese, per proteggere anche la parte posteriore del collo e delle orecchie, che resta scoperta con i berretti con visiera. I modelli di paglia riparano meno di quelli in tessuto spesso;
  • abiti leggeri, ma capaci di offrire uno schermo ai raggi solari, quando non si è in spiaggia ma si trascorre comunque molto tempo all’aria aperta. Alcune aziende che producono capi di abbigliamento certificano questa proprietà sull’etichetta. I colori scuri riparano più dei chiari, i tessuti asciutti più di quelli bagnati;
  • occhiali da sole, con lenti che proteggano almeno dal 99 per cento dei raggi UV-A e UV-B, concetto che nell’etichetta può essere espresso anche come assorbimento di radiazioni solari fino a 400 nm di lunghezza d’onda. Proteggono di più i modelli più grandi, che si estendono verso le tempie, impedendo il passaggio laterale dei raggi solari;
  • ombra. Quando il sole è forte, niente di tutto questo può sostituire un riparo all’ombra, dove rifugiarsi nelle ore centrali della giornata, in un intervallo di tempo che deve essere tanto più prolungato quanto più il fototipo è sensibile e quanto più forte è l’irradiazione solare.

dal sito AIRC


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